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"I promessi sposi" di Alessandro Manzoni


« Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si é dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani, e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. »

(tratto da "I promessi sposi", cap. XXXVIII)

"I Promessi Sposi" é il celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, ritenuto il più famoso ed il più letto tra quelli scritti in lingua italiana; oltre che opera più rappresentativa del Risorgimento e del romanticismo italiano.

La sua prima versione risale al 1827 (detta anche "edizione ventisettana").

Fu poi rivisto dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, e ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1841-42 (anche detta "edizione quarantana").
Ambientato in Lombardia tra il 1628 ed il 1630 durante il dominio spagnolo, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. 
Esso si basa su una rigorosa ricerca storica; infatti, gli episodi del XVII secolo (ad esempio le vicende della "Monaca di Monza" e la "grande peste" del 1629-1631), si fondano tutti su documenti d'archivio e cronache dell'epoca. 
Manzoni per il suo racconto prende a fondamento la religione cattolica, inserendo come aspetto principale quello della "Provvidenza", ovvero la mano di Dio che aiuta e che cerca di riportare l'umanità sulla via del bene.
Il romanzo si apre con una finzione letteraria: la trascrizione dell'inizio di un manoscritto (una "Historia", come veniva chiamata all'epoca) di un romanzo Seicentesco, nello stile magniloquente ed altisonante proprio della lingua del tempo.

In questa prima parte é scritto che, mentre la Storia ufficiale si occupa solo dei grandi avvenimenti e dei personaggi famosi, il nostro Autore vuole raccontare la storia di umili persone del popolo. 

Tale finzione o "falso" letterario serve ad inquadrare le vicende narrate in uno sfondo storico. 

Si crea così una duplice prospettiva attraverso la quale vedere gli avvenimenti, ovvero la prima dal punto di vista dei fatti narrati ed attribuiti al "falso" autore del manoscritto, e l'altra secondo i commenti e le riflessioni di Manzoni sulle vicende trattate.
I due protagonisti, Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, sono promessi sposi, ma a Don Abbondio, il prete che deve celebrare il loro matrimonio, viene ordinato di non farlo: Don Rodrigo infatti, signorotto locale, si è invaghito di Lucia e non vuole che la giovane sposi Renzo.
Quest'ultimo chiede consiglio ad un avvocato – l'Azzeccagarbugli – che però rifiuta di aiutarlo per paura di Don Rodrigo. 

Allora Renzo si rivolge a fra Cristoforo, un frate cappuccino che si reca al palazzo di Don Rodrigo per farlo rinunciare al suo proposito.

Anche Fra Cristoforo fallisce e Renzo e Lucia, dopo alcune vicissitudini (ad esempio il tentativo di un matrimonio a sorpresa, ed il tentato rapimento di Lucia da parte degli scagnozzi di Don Rodrigo), sono costretti a fuggire dal loro paese: Lucia andrà in un convento a Monza, mentre Renzo si recherà a Milano, presso i frati cappuccini, sperando di trovare aiuto.

A Monza Lucia verrà presa sotto l'ala protettrice di Gertrude (la "Monaca di Monza"), mentre Renzo si troverà coinvolto nei tumulti popolari di Milano, causati dall'aumento del prezzo del pane.

Nel frattempo Don Rodrigo, aiutato dalla Monaca di Monza, fa rapire Lucia dall'Innominato che la porta nel suo castello. 

Quella stessa notte l'Innominato ha una fortissima crisi di coscienza e, grazie alla Provvidenza, si converte: libera Lucia e l'affida a due amici (Donna Prassede e Don Ferrante).

A questo punto della storia arrivano in Italia i Lanzichenecchi, soldati mercenari che diffondono il morbo della peste: Don Abbondio, Agnese (madre di Lucia) ed altri trovano rifugio proprio nel castello dell'Innominato che é diventato una persona pentita e dall'animo caritatevole. 

Renzo, invece, come Don Rodrigo si ammala di peste. 

Ma, mentre Renzo guarisce, al signorotto non spetterà la stessa sorte.
I due giovani infine si ritrovano ed il matrimonio finalmente viene celebrato, e si trasferiscono nel bergamasco. 

Qui Renzo acquista con il cugino una piccola azienda tessile e Lucia, aiutata dalla madre, si occupa dei figli.

Di questa storia é stato creato uno sceneggiato televisivo a puntate nel 1990, prodotto dalla Rai e diretto ed interpretato dal "Trio Marchesini, Solenghi, Lopez".

Una parodia dei precedenti sceneggiati tratti dal romanzo di Alessandro Manzoni, la cui prima puntata ebbe un ascolto record di 14.212.000 spettatori, e le cui riprese furono fatte presso il borgo medioevale del "Ricetto di Candelo" (Biella).


L'immagine qui riportata rappresenta una scena tratta dal romanzo del 1840 (Don Cristoforo che inveisce contro Don Rodrigo).

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