Passa ai contenuti principali

Lo spettacolo teatrale "Così ce ne andremo" di Vittorio Calvino

In questi giorni, e più precisamente venerdì 24 aprile 2015 alle ore 21:00, avrà luogo lo spettacolo "Così ce ne andremo" al teatro "Rosetum" in via Pisanello 1, Milano.

La commedia qui rappresentata é stata tratta dall'opera omonima di Vittorio Calvino, giornalista, commediografo e sceneggiatore italiano, nato ad Alghero il 4 febbraio 1909, e deceduto a Monfalcone (dove si trovava per il varo dell'Andrea Doria), il 10 luglio 1956, a soli 47 anni.

"Così ce ne andremo" é un radiogramma risalente al 1947, che tratta la storia di un uomo che, concluso il suo viaggio sulla Terra, giunge nell'Aldilà.
Egli porta con sè una valigia contenente dei ricordi (alcuni piacevoli ed altri un po' meno) da cui non si vuole assolutamente separare.
Il più anziano dei due custodi celesti a "guardia" dell'Aldilà gli concede però, in via del tutto eccezionale, la possibilità di scegliere un ricordo e di portarlo con sé.
L'uomo rivive così frammenti del suo passato, attraverso immagini di persone che gli furono più o meno care. 
Nei dialoghi dell'opera, emerge il dramma dell'uomo contemporaneo: la solitudine, il vuoto in cui egli inevitabilmente precipita se, travolto da migliaia di obblighi ed impegni, dimentica le piccole cose che veramente contano, le uniche capaci di dare un senso alla vita.

- Ma cos'è un radiodramma?

Un radiodramma é un testo di tipo teatrale scritto espressamente per la radio, e costituito da dialoghi serrati ed incalzanti.
I primi esperimenti di radiodramma avvennero in Gran Bretagna nel 1924.
In Italia il primo "adattamento radiofonico" di un'opera teatrale risale invece al 1929.

Dopo gli esordi, negli anni trenta, molti importanti autori si cimentarono con questo genere, tra i quali ad esempio: Samuel Beckett, Bertolt Brecht, e Filippo Marinetti.

Nel secondo dopoguerra, con la trasformazione dell'EIAR in RAI, il radiodramma conobbe una stagione di grande successo e le opere trasmesse furono seguite da un pubblico molto numeroso.
Tra gli autori più importanti di questo periodo troviamo: Eduardo De Filippo, Vasco Pratolini, e Primo Levi.

Il radiodramma ha conosciuto poi un certo declino, ma negli ultimi anni, grazie alle molteplici possibilità offerte dall'editoria digitale, esso sta vivendo una seconda giovinezza grazie all'enorme diffusione di questo genere in formato audiolibro.


L'immagine qui riportata rappresenta la locandina ufficiale dello spettacolo, i cui proventi saranno devoluti a favore del progetto per bambini "La scuola del giullare".



Commenti

Post popolari in questo blog

Dalle cariatidi al "De Architectura" di Vitruvio

La "cariatide" (detta anche "canèfora") é una scultura utilizzata come colonna, che rappresenta una figura femminile.  Secondo l'architetto romano Vitruvio, che ne parla già all'inizio del primo libro del suo " De Architectura ", il nome (karyàtis) significherebbe "donna di Karya": le donne di quella città del Peloponneso sarebbero infatti state rese schiave, pur mantenendo le loro vesti e attributi matronali, dopo la sconfitta e la distruzione della loro patria, come punizione per l'appoggio fornito ai Persiani.  In seguito gli architetti greci le avrebbero raffigurate come sorreggenti il peso dell'edificio, per tramandare il ricordo dell'evento.  Il libro di Marco Vitruvio Pollione, intitolato "De Architectura" (ovvero, "Sull'Architettura") é un trattato latino scritto intorno al 15 a.C.  E' l'unico testo sull'architettura giunto integro dall'antichità e divenne il fondamen...

La "Storia della colonna infame" di Alessandro Manzoni

Analisi dell'opera storiografica "Storia della colonna infame" di Alessandro Manzoni (conclusa nel 1829, e pubblicata insieme alla seconda edizione de "I Promessi Sposi"), a cura di Alessandro Mazzini, per "Oilproject": http://www.oilproject.org/lezione/manzoni-storia-della-colonna-infame-riassunto-e-commento-1836.html La "Storia della colonna infame", narra dell'intentato processo a Milano, durante la terribile peste del 1630, contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, in seguito ad un'accusa - infondata - da parte di una donna del popolo, Caterina Rosa. Il processo, svoltosi storicamente nell'estate del 1630, decretò sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza (commissario di sanità) e Gian Giacomo Mora (barbiere), giustiziati con il supplizio della ruota, sia la distruzione della casa-bottega di quest'ultimo.  Come monito venne eretta sulle...