Passa ai contenuti principali

Recensione del libro "Il podere di famiglia" di Luigi Mario Scigliano

Senza fiato

Questo é un libro come pochi altri. Giunti all'ultima pagina, non si può che restare senza fiato, con una sensazione persistente di appagamento. La narrazione inizia in un modo insolito. Ogni capitolo rappresenta un piccolo stralcio di vita, con un'alternanza tra ricordi ed attualità, che ne rende decisamente più agevole la lettura, stuzzicando ed invogliando il lettore ad affiancarsi sempre più al protagonista, ripercorrendo con lui l'altalenarsi di sentimenti, stati d'animo, pensieri, profonde riflessioni filosofiche, dense di espressioni prese dal dialetto e dalle opere di grandi classici latini. Più ci si inoltra nel racconto, più ci si sente rilassati e calmi, come se si stesse guardando lo scorrere pacato di un ruscelletto di montagna. La narrazione qui non é più discontinua, ma presenta un susseguirsi di eventi e situazioni, che piacevolmente accompagnano il lettore alla volta dell'epilogo. Questo modus operandi dell'autore, si concilia perfettamente con la crescita personale del protagonista, che si troverà ad affrontare scelte di vita in netto disaccordo con quelle a lui precedentemente imposte. Insomma, un libro ricchissimo di imperdibili emozioni, tutte da scoprire.

Per gli appassionati o per i semplici curiosi, allego il link di riferimento alla "scheda libro":
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1034497&page=&pageR=1

L'immagine qui riportata é la copertina del libro di Luigi Mario Scigliano.

Post popolari in questo blog

Dalle cariatidi al "De Architectura" di Vitruvio

La "cariatide" (detta anche "canèfora") é una scultura utilizzata come colonna, che rappresenta una figura femminile.  Secondo l'architetto romano Vitruvio, che ne parla già all'inizio del primo libro del suo " De Architectura ", il nome (karyàtis) significherebbe "donna di Karya": le donne di quella città del Peloponneso sarebbero infatti state rese schiave, pur mantenendo le loro vesti e attributi matronali, dopo la sconfitta e la distruzione della loro patria, come punizione per l'appoggio fornito ai Persiani.  In seguito gli architetti greci le avrebbero raffigurate come sorreggenti il peso dell'edificio, per tramandare il ricordo dell'evento.  Il libro di Marco Vitruvio Pollione, intitolato "De Architectura" (ovvero, "Sull'Architettura") é un trattato latino scritto intorno al 15 a.C.  E' l'unico testo sull'architettura giunto integro dall'antichità e divenne il fondamen...

Lo spettacolo teatrale "Così ce ne andremo" di Vittorio Calvino

In questi giorni, e più precisamente venerdì 24 aprile 2015 alle ore 21:00 , avrà luogo lo spettacolo "Così ce ne andremo" al teatro "Rosetum" in via Pisanello 1, Milano. La commedia qui rappresentata é stata tratta dall'opera omonima di Vittorio Calvino, giornalista, commediografo e sceneggiatore italiano, nato ad Alghero il 4 febbraio 1909, e deceduto a Monfalcone (dove si trovava per il varo dell'Andrea Doria), il 10 luglio 1956, a soli 47 anni. "Così ce ne andremo" é un radiogramma risalente al 1947, che tratta la storia di un uomo che, concluso il suo viaggio sulla Terra, giunge nell'Aldilà. Egli porta con sè una valigia contenente dei ricordi (alcuni piacevoli ed altri un po' meno) da cui non si vuole assolutamente separare. Il più anziano dei due custodi celesti a "guardia" dell'Aldilà gli concede però, in via del tutto eccezionale, la possibilità di scegliere un ricordo e di portarlo con sé. L'uomo rivive co...

La "Storia della colonna infame" di Alessandro Manzoni

Analisi dell'opera storiografica "Storia della colonna infame" di Alessandro Manzoni (conclusa nel 1829, e pubblicata insieme alla seconda edizione de "I Promessi Sposi"), a cura di Alessandro Mazzini, per "Oilproject": http://www.oilproject.org/lezione/manzoni-storia-della-colonna-infame-riassunto-e-commento-1836.html La "Storia della colonna infame", narra dell'intentato processo a Milano, durante la terribile peste del 1630, contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, in seguito ad un'accusa - infondata - da parte di una donna del popolo, Caterina Rosa. Il processo, svoltosi storicamente nell'estate del 1630, decretò sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza (commissario di sanità) e Gian Giacomo Mora (barbiere), giustiziati con il supplizio della ruota, sia la distruzione della casa-bottega di quest'ultimo.  Come monito venne eretta sulle...