- I neuroni del linguaggio comunicano fra loro con segnali elettrici che riproducono quelli che il cervello utilizza per produrre il suono delle parole corrispondenti. -
Partendo dalla ricerca "Sound representation in higher language areas during language generation", pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze Nazionale degli Stati Uniti d'America (PNAS), é stato scoperto che durante la produzione del linguaggio, i neuroni che sovrintendono alle capacità linguistiche dell'essere umano comunicano tra loro utilizzando forme d'onda che contengono la copia dell'impronta acustica delle parole usate anche in assenza di emissioni sonore, rendendo così possibile, in linea di principio, la lettura del linguaggio prima che venga prodotto dalla voce.
La scoperta non solo ha molte implicazioni che riguardano le basi neurofisiologiche, la struttura e l'evoluzione del linguaggio umano, ma apre anche una serie di ipotesi su possibili applicazioni pratiche.
La capacità di leggere il "linguaggio interno" direttamente dall'attività cerebrale potrebbe costituire un'importante base per lo sviluppo di dispositivi protesici in grado di aiutare chi ha perso la capacità di articolare la parola in seguito a malattie del cervello.
Per chi volesse avere maggiori informazioni, allego il link di riferimento al sito del "Corriere della Sera":
http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/15_gennaio_27/spiegato-perche-sentiamo-quello-che-leggiamo-457b82bc-a628-11e4-96ea-4beaab57491a.shtml
L'immagine qui riportata rappresenta Voltaire ritratto da Maurice Quentin de La Tour (1737-1740 circa).
Partendo dalla ricerca "Sound representation in higher language areas during language generation", pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze Nazionale degli Stati Uniti d'America (PNAS), é stato scoperto che durante la produzione del linguaggio, i neuroni che sovrintendono alle capacità linguistiche dell'essere umano comunicano tra loro utilizzando forme d'onda che contengono la copia dell'impronta acustica delle parole usate anche in assenza di emissioni sonore, rendendo così possibile, in linea di principio, la lettura del linguaggio prima che venga prodotto dalla voce.
La scoperta non solo ha molte implicazioni che riguardano le basi neurofisiologiche, la struttura e l'evoluzione del linguaggio umano, ma apre anche una serie di ipotesi su possibili applicazioni pratiche.
La capacità di leggere il "linguaggio interno" direttamente dall'attività cerebrale potrebbe costituire un'importante base per lo sviluppo di dispositivi protesici in grado di aiutare chi ha perso la capacità di articolare la parola in seguito a malattie del cervello.
Per chi volesse avere maggiori informazioni, allego il link di riferimento al sito del "Corriere della Sera":
http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/15_gennaio_27/spiegato-perche-sentiamo-quello-che-leggiamo-457b82bc-a628-11e4-96ea-4beaab57491a.shtml
L'immagine qui riportata rappresenta Voltaire ritratto da Maurice Quentin de La Tour (1737-1740 circa).